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6 luglio 2009 1 06 /07 /luglio /2009 19:20


Geoffrey Nathaniel Pyke (1893-1948)




Nel 1942, nel momento forse più buio della Battaglia dell’Atlantico, mentre i branchi di lupi affondavano milioni di tonnellate di naviglio alleato senza che nulla paresse in grado di contrastarli efficacemente, il giornalista e inventore sui generis inglese Geoffrey N Pyke, all’epoca assegnato all'ufficio del Capo delle Operazioni Combinate, Lord Mountbatten, sortì l'idea di utilizzare gli icebergs, opportunamente livellati, come aeroporti galleggianti per consentire la scorta aerea dei convogli attraverso l'Atlantico. L'aeroporto, ovviamente, prima o poi, si sarebbe sciolto, andando alla deriva verso sud, ma Pyke riteneva che si potesse limitare entrambi i processi, ricoprendo il ghiaccio di una sostanza che ne rallentasse la liquefazione, e dotandolo di motori che contrastassero le correnti marine. Per di più, un iceberg sarebbe risultato praticamente invulnerabile ai siluri, e un eventuale bombardamento navale non avrebbe fatto molti danni in più che in un normale aeroporto, danni che comunque potevano essere riparati in breve, pompando acqua marina e refrigerandola per trasformarla in ghiaccio che poi i bulldozers avrebbero livellato.

Mountbatten parlò dell'idea a Winston Churchill, che ne fu entusiasta. Nacque così il Project Habakkuk (spesso scritto erroneamente Habbakuk), da un versetto della Bibbia, "Vedete fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupefatti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un'opera, che voi non credereste, se ve la raccontassero" (cfr Abacuc, 1,5, Bibbia versione Luzzi, la più fedele nella traduzione italiana alla King James). Il progetto, dopo vari passaggi, si tramutò in una sorta di portaerei di ghiaccio della lunghezza di 2000 piedi (610 metri), una larghezza di 300 (91) e un pescaggio di 40 (12), per un dislocamento che doveva superare i due milioni di tonnellate.









L'enorme mole della nave fece sorgere non pochi problemi. Il ghiaccio è fragile e viene deformato dalla pressione, tenere insieme una massa di quelle dimensioni poteva essere un’impresa (chiunque abbia visto un iceberg dal vero, sa che perde pezzi in continuazione. Per il "berg" non è un problema, per una struttura militare sì). Alla ricerca di una soluzione, fu costruito un prototipo, nella provincia canadese dell'Alberta, alla larga, si sperava, dagli occhi indiscreti: uno scheletro di legno di 60 piedi per 30 (18 metri per 9 circa), riempito di blocchi di ghiaccio e coperto da un telone isolante. Un sistema di raffreddamento simile a quello di un surgelatore mandava aria gelata attraverso una rete di sottili tubi per mantenere la temperatura della struttura al di sotto dello zero. Il tutto fu poi calato in un lago.

Nel frattempo (siamo ormai all’inizio del 1943), due ricercatori del Polytechnic Institute of Brooklyn, New York, scoprirono per caso che miscelando segatura (o altri materiali fibrosi come il cotone, o la carta di giornale) e acqua, in proporzione 14-86, e portando il tutto a meno quaranta, si poteva creare una sostanza in grado di galleggiare pur essendo molto più resistente del ghiaccio. Il materiale fu chiamato pykrete, o pykecrete, contrazione di Pyke e concrete, cemento. Successivi esperimenti dimostrarono che resisteva alla pressione, al calore e, entro certi limiti, perfino agli esplosivi, poteva essere tagliato con normali attrezzi industriali, e scioglieva molto più lentamente del ghiaccio. Si racconta che Mountbatten dimostrasse a Churchill la resistenza del pykrete gettandone un pezzo nel bollitore del the del primo ministro. Sembrava fatto apposta per risolvere tutti i problemi di Habakkuk.




Habakkuk, al centro, paragonata con una moderna CV e una nave da battaglia dell'epoca.


Nonostante le sue apparenti miracolose proprietà, il pykrete non poteva risolvere altri problemi che si erano manifestati nel frattempo. Le portaerei Habakkuk sarebbero costate, si stimava, non meno di 100 milioni di dollari (più di una nave da battaglia della classe Iowa, per intenderci), e la sua costruzione poneva problemi ingegneristici di non facile soluzione immediata, oltre che di reperibilità del materiale: la cellulosa, in quel momento, scarseggiava, a differenza dell’acciaio. D’altro canto, l'autonomia degli aerei alleati andava aumentando sensibilmente, e ciò permetteva di scortare i convogli direttamente dalle basi in Canada, Islanda e Scozia, senza contare che gli americani stavano producendo centinaia di portaerei di scorta convertendo navi commerciali. Tutto questo fece apparire Habakkuk uno spreco di risorse. Il progetto fu cancellato all’inizio del 1944, prima che iniziasse la costruzione della prima portaerei. Il pikrete finì nel dimenticatoio delle invenzioni senza sbocco pratico.



Un campione di pykrete utilizzato per i test balistici.

BIBLIOGRAFIA: Perutz, M. F. (1948). "A Description of the Iceberg Aircraft Carrier and the Bearing of the Mechanical Properties of Frozen Wood Pulp upon Some Problems of Glacier Flow". The Journal of Glaciology 1 (3): 95–104
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