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6 luglio 2009 1 06 /07 /luglio /2009 19:09





Goose Green è il nome di un insediamento agricolo di 170 mila ettari, sorto verso la fine del XIX Secolo attorno a una fabbrica di sego. Dispone di una pista aeroportuale, e venne occupato dagli argentini fin dai primi giorni dell'invasione delle Falklands. I residenti inglesi, 114 persone di tutte le età, furono rinchiusi nella Community Hall, sorta di municipio locale.

Dopo la guerra molti si chiesero se l'attacco avesse avuto un senso. Goose Green si trovava molto a meridione della direttrice di marcia delle truppe inglesi, sbarcate a San Carlos una settimana prima, per raggiungere Port Stanley, e si trovava al di là di una strozzatura naturale, un istmo che divide East Falkland dalla Lafonia, che gli argentivi avrebbero difeso con facilità, in caso di attacco. Goose Green poteva essere isolata dal resto delle forze argentine senza la necessità di un attacco frontale.









Goose Green.

Ma i comandanti inglesi sul campo decisero che la semplice presenza di una forte guarnigione nemica a Goose Green era una spina sul fianco che bisognava togliersi prima che facesse male: gli argentini potevano lanciare un attacco contro la testa di ponte di San Carlos e ributtare a mare le truppe appena sbarcate, oppure tagliare in due le colonne in marcia verso Port Stanley. Molti storici attuali, puntano in realtà sulla decisione politica, più che tattica: avere una vittoria terrestre immediata dopo le pesanti perdite subite dalle forze navali, culminate pochi giorni prima nell'affondamento della portacontainer Atlantic Conveyor, che era andata persa con tutti gli elicotteri Chinook trasportati (tranne uno, in volo al momento dell'impatto dei missili Exocet), fatto che aveva costretto gli inglesi a rivedere la loro strategia di terra, forzando i soldati a marciare nella brughiera anziché venire eliportati sulla capitale, Port Stanley. In realtà pare che il comandate inglese sul campo, il brigadiere generale dei Royal Marines, Julian H. A. Thompson, fosse molto perplesso sull'utilità dell'azione, ma si dice anche che i parà scalpitassero per combattere. Un loro ufficiale avrebbe detto "Ho aspettato vent'anni per menar le mani e ora qualche fottuto Marine me lo vuole impedire".

Alla fine, comunque, l'attacco fu deciso e pianificato per il 25, ma l'ordine venne annullato all'ultimo momento, pare per le perplessità dello stato maggiore a Londra. Il 26 fu infine deciso che l'azione doveva aver luogo senza altre esitazioni, e quella stessa mattina, i parà lasciarono la loro base di Sussex Mountain, nei pressi di San Carlos, dove erano sbarcati il 21.


   

Parà in marcia. La copertina di Time.

 

Un momento degli scontri.




Le forze britanniche consistevano in tre compagnie di fucilieri, una compagnia supporto e una compagnia comando del 2nd Para, il secondo battaglione del Parachute Regiment, agli ordini del tenente colonnello Herbert "H" Jones. In tutto, circa 600 uomini.

Gli inglesi potevano contare anche su 3 obici da 105 con 960 proiettili del ventinovesimo Commando Regiment della Royal Artillery, oltre a un plotone dotato di missili anticarro Milan, su alcuni elicotteri Scout e su 3 Harriers dell'RAF, oltre che sulla fregata Arrow, che bombardò col suo pezzo da 114 mm le posizioni argentine.

A fronteggiarli c'era quella che gli argentini chiamavano pomposamente Task Force Mercedes: in pratica un reggimento di fanteria, il 12o (Regimento de Infanteria 12, RI12), agli ordini del tenente colonnello Italo Piaggi, rinforzato da una compagnia di simil-Ranger del 25o reggimento di fanteria (il suo comandante, il tenente colonnello Mohamed Ali Seineldin, la minoranza siriana è molto consistente nelle forze armate argentine, aveva sottoposto i suoi uomini, nei giorni precedenti, a un ciclo di addestramento particolarmente duro, gli aveva fatto adottare un basco verde e aveva cambiato nome al reparto, in via ufficiosa, in Reggimento "Speciale"), per un totale di circa 1200 uomini.

 

Uno scout inglese.


Gli argentini disponevano di quattro obici Oto Melara da 105 mm del quarto reggimento di artiglieria aeroportata. Alcuni Pucarà basati a Stanley fornivano supporto aereo, mentre, per la difesa antiaerea, si poteva contare su una batteria di 6 mitragliere da 20 mm Rheinmetall e due cannoncini Oerlikon da 35 mm, entrambi manovrati dagli uomini del 601o battaglione antiaereo dell'Aviazione.

Durante la notte del 27, otto uomini della compagnia C, 2nd Para, furono mandati in esplorazione. Sulla base del loro rapporto, Jones pianificò l'attacco, senza sapere che agli scouts erano sfuggite le trincee che gli argentini avevano scavato intorno alla collina di Darwin, un errore che sarebbe costato caro agli inglesi.

Alle 0230L, dopo che novanta minuti di bombardamento navale sulle postazioni argentine a Darwin, tenute da due plotoni di fucilieri e uno mortai del 12o Regimento de Infanteria, bombardamento che uccise 12 soldati, il 2nd Para partì all'attacco per catturare Goose Green "before breakfast", ma le cose non sarebbero andate come sperato.

Le truppe inglesi mossero a tenaglia alle due estremità della linea costiera, partendo dalle loro posizioni a ridosso dello stagno di Burntside, ma entrambe le colonne incontrarono forte opposizione, grazie soprattutto al tiro di artiglieria che si rivelò molto preciso. E i nidi di mitragliatrice sistemati nelle trincee sfuggite agli scouts inglesi, inchiodarono entrambe le colonne. È a questo punto, che, viste le proprie truppe bloccate dal fuoco argentino, a rischio di sbandare per la sorpresa, il tenente colonnello Jones decise di guidare personalmente un assalto contro le trincee, nel corso del quale fu ucciso assieme al suo aiutante di campo, capitano Wood, al comandante in seconda della compagnia A, capitano Dent, e al caporale Hardman. "H" Jones riceverà la Victoria Cross postuma.

 

1. British aircraft lost west of Goose Green - Harrier GR.3
2.
A Coy 2 Para occupied Burntside House
3.
B & D Coys 2 Para moved forward towards Boca House
4. A Coy
moved past Coronation Point
5.
B & D Coys came up against strongpoint at Boca House
6.
A Coy came up against main defences along Darwin Hill
.... to dawn

By midday - A Coy had taken and held Darwin Hill, and B and D Coy's had finally silenced Boca House

7. British aircraft lost west of Camilla Creek House - Scout (1155L)
8. Argentine aircraft lost on return to Stanley - Pucara (ca 1200L)


From midday ...
9. D
and C Coys headed towards Goose Green airfield
10.
B Coy circled around airfield to cut off Goose Green
11. Argentine aircraft lost near Goose Green Schoolhouse -  Aermacchi MB-339A and Pucara (both 1700L)
12.
Harrier GR3's hit Argentine AA positions
13.
Argentine helicopter-borne reinforcements continued to arrive





Alle 1030L la compagnia A fece un nuovo tentativo di attaccare le posizioni argentine, ma fu respinta. Un feroce corpo a corpo si accese attorno a un posto di osservazione dell'artiglieria argentina nei pressi di Boca House; vista l'impossibilità di tenere la posizione, l'ufficiale comandante argentino, tenente Roberto Estévez, primo plotone, compagnia C, RI25, ordinò ai suoi uomini di evacuare verso posizione più sicura, quindi rimase al suo posto da dove continuò a dirigere il tiro contro le truppe inglesi finché fu ucciso. Riceverà la Cruz de La Nación Argentina Al Heroico Valor En Combate alla memoria.

Passò oltre un'ora prima che gli inglesi facessero un nuovo tentativo. La compagnia A riprese ad avanzare ad est, mettendo a tacere le ultime sacche di resistenza nemiche, mentre sul fianco opposto, la compagnia B riuscì a prendere Boca Hill solo grazie all'appoggio degli Harriers. Alla fine, comunque, la collina di Darwin fu conquistata; la compagnia A rimase a presidiarla, mentre le compagnie C e D si avviarono verso la fabbrica di sego, dove la C cadde in un imboscata argentina che fu respinta dopo un'ora di combattimento, al prezzo di quattro morti fra i britannici, una ventina fra gli argentini, e altre decorazioni al valore dei caduti di entrambe le parti.




Royal Marine accanto un Pucarà abbattuto.

Bloccati dalla compagnia B a sud, dalla D a ovest e dalla C al nord, l'unica via di fuga per gli argentini era il mare, a est. Ma non avevano navi che li potessero reimbarcare, e così, mentre le compagnie Bravo e Juliet, 6th Royal Marines venivano eliportate a Darwin per rinforzare il 2nd Para, l'ufficiale che aveva temporaneamente rilevato "H" Jones al comando, mandò due prigionieri argentini presso le proprie linee a parlamentare la resa, che fu accettata dal colonndello Piaggi, perfettamente cosciente della situazione.

Alle 0830L del giorno successivo, 983 soldati argentini (un altro centinaio era stato catturato durante i combattimenti), oltre a 202 uomini dell'Aviazione in servizio presso il locale aeroporto, si consegnarono alle truppe inglesi, assieme a un impressionante quantitativo di armi, munizioni, combustibile e viveri, quasi tutto il materiale fu riutilizzato dai britannici essendo del medesimo tipo in dotazione alla NATO. Gli inglesi lamentarono 17 morti (18 secondo un’altra fonte) e 64 feriti, i caduti argentini oscillano, a seconda delle fonti, fra 50 e 200, sconosciuto il numero dei feriti, superiore a 200 comunque.




Materiale bellico argentino catturato dagli inglesi a Goose Green.



Il tenente colonnello Italo Piaggi, costretto alle dimissioni dopo la sconfitta, nel 1986 scriverà un libro, Ganso Verde, nel quale difenderà il suo operato e criticherà il comando di Port Stanley per non avergli fornito l'appoggio necessario contro gli inglesi.





   

A fianco, da sinistra verso destra: Cruz de La Nación Argentina Al Heroico Valor En Combate, South Atlantic Medal e nastrino di campagna britannici.



 

Monumento ai caduti inglesi a Goose Green. A destra: il tenente colonnello Italo Piaggi.



BIBLIOGRAFIA:

Freedman, Lawrence, The Official History of the Falklands Campaign, volume 1 e 2, Bantam Books, 2005
Middlebrok, Martin, The Falklands War, Penguin Classic Military History, 2001
McManners, Hugh, Forgotten Voices of the Falklands: The Real Story of the Falklands War in the Words of Those Who Were There , Random House, 2008
Piaggi, Italo, Ganso Verde, Sudamericana, 1989
Piaggi, Italo, El combate de Goose Green, Planeta, 1994



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