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6 luglio 2009 1 06 /07 /luglio /2009 19:24

La guerra “Americana” del Vietnam, iniziò alla fine degli anni 50, quando il presidente sudvietnamita Ngô Đình Diệm lanciò una violenta campagna anticomunista tesa a “tagliare fuori” le forze del Viet Minh che premevano per arrivare alle elezioni generali previste dagli accordi di Ginevra, ufficialmente per la paura di brogli, in realtà perché perfettamente conscio della sua impopolarità. Nel tentativo di coinvolgere di americani, raccomandò ai suoi generali di evitare i combattimenti con le forze comuniste ad ogni costo. Hanoi, preoccupata di un intervento americano, ordinò al Viet Minh di ritirarsi nelle zone più inaccessibili del paese, manovra che riuscì senza difficoltà grazie al lassismo delle forze sudvietnamite, il cosiddetto ARVN (Army of the Repubblic of VietNam).

Il supporto americano ebbe inizio nel 1960 con l’arrivo di numerosi contingenti delle Special Forces (all’epoca questa designazione riguardava solo i Green Berets), col compito di supportare le forze sudiste sul campo. Era il periodo degli advisors, noti in Italia come consiglieri militari.

Con gli americani arrivarono gli elicotteri, che dovevano cambiare la natura della battaglia, consentendo all’ARVN di raggiungere in breve praticamente ogni angolo, anche il più remoto e inaccessibile, del paese. E arrivarono i mezzi blindati, contro i quali, i guerriglieri non avevano difesa. All’inizio del 1962 le forze sudvietnamite avevano acquisito sufficiente capacità bellica; l’uso di mezzi blindati e di elicotteri faceva spesso la differenza negli scontri coi male armati guerriglieri, che, sprovvisti di adeguato equipaggiamento anticarro, dovevano lasciare il campo con pesanti perdite. Un piccolo sforzo avrebbe portato il Sud alla vittoria…





La Settima Divisione sudvietnamita era al comando del colonnello Huỳnh Văn Cao, anche se il vero comandante dell’unità era il suo consigliere americano, Tenente Colonnello John Paul Vann. Vann, grazie alla sua abilità tattica, unita a una buona visione strategica e una discreta conoscenza della lingua e dei costumi locali, rese l’unità la migliore dell’esercito sudvietnamita, i suoi successi nella pacificazione delle campagne si contavano con le migliaia di guerriglieri uccisi, e con altre migliaia nascosti nella giungla più profonda senza speranze. Ma gli ufficiali ARVN erano comunque riluttanti ad affrontare il nemico in battaglia, per la paura di subire perdite. Numerose volte, i soldati di Cao si trovarono in buona posizione per attaccare con successo grosse unità di guerrigliere, ma evitarono il contatto con un pretesto o l’altro e permisero ai nemici di sfuggire.



Vann osservava indeciso questo comportamento, il suo tentativo di rendere Cao un comandante aggressivo sul modello americano procedeva a tentoni. Vann non era a conoscenza del fatto che Diệm stesso era contrario a ogni perdita militare e attaccava duramente quegli ufficiali che perdevano troppi uomini in azione, senza badare a quanto successo avete incontrato l’azione stessa, convinto com’era che un tentativo di colpo di stato nel 1960 fosse dovuto alle eccessive perdite fra le truppe impiegate contro i guerriglieri. Era molto più interessato a preservare un esercito forte per proteggere il SUO regime anziché difendere il paese. E così aveva piazzato alle cariche più alte dei suoi fedelissimi, come Cao, che era purtroppo anche un perfetto incapace. Dopo un combattimento che era costato all’ARVN diverse perdite, Cao fu chiamato a Saigon e seccamente rimproverato da Diệm. Al suo ritorno al reparto, ignorò i consigli di Vann e fece ricorso all’eccellente rete di informatori sviluppata da quest’ultimo solo per identificare aree sgombre da guerriglieri dove pianificare “brillanti” azioni militari. Addirittura molte operazioni furono eseguite solo sulla carta, falsificando rapporti di azioni inesistenti e vantando successi mai ottenuti.

Nel 1962, Diệm decise di dividere il comando della zona a sud di Saigon in due: il Terzo Corpo venne ridotto di misura per coprire la zona a nordest della città, e il Quarto Corpo Tattico, creato ex novo di proposito, l’ovest e il sudovest. Cao fu promosso generale e assunse il comando del Quarto, il cui settore operativo copriva anche l’area precedentemente assegnata alla Settima Divisione. Il comando di quest’ultima passò al suo ex capo di stato maggiore, Colonnello Bui Dinh Dam, che confessò a Vann di non sentirsi affatto in grado di coprire quell’incarico ma che era stato costretto ad accettarlo.

Poco prima di Natale del 1962, l’intelligence localizzò una stazione radio Vietcong nei pressi di Tan Thoi, un miglio a nord ovest del villaggio (ap, in lingua vietnamita) di Bac. Si riteneva che una compagnia di circa 120 uomini presidiasse l’area. Vann e Dam pianificarono rapidamente un’azione per distruggere la stazione radio e la compagnia Vietcong.

Il piano prevedeva un attacco su tre direttrici portato dalle forze della Settima coadiuvate da unità regionali (qualcosa di simile alla Guardia Nazionale americana) dirette dal comandante della provincia, Maggiore Lam Quang Tho. Un battaglione di 330 uomini sarebbe stato eliportato a nord di Tan Thoi, mentre altri due battaglioni sarebbero venuti da sud in colonne parallele; 13 APCs M113 con una compagnia di fanteria avrebbero attaccato da ovest, altre due compagnie sarebbero rimaste di riserva. Tutto con in supporto dell’artiglieria e dell’aviazione. La manovra a tenaglia aveva lo scopo di incanalare le forze vietcong su direttrici est-nordest, dove sarebbero state battute dall’artiglieria e dai caccia bombardieri.






Il Vietcong poteva contare su un battaglione di 320 uomini, cui si aggiungevano 30 guerriglieri locali. L’unità era ben equipaggiata, con materiale americano di preda bellica, molti soldati avevano carabine Winchester M1 cal. 7,62, un arma particolarmente adatta al combattimento nella giungla, oltre a fucili Garand M1. In più, ciascuna delle tre compagnie del battaglione disponeva di una mitragliatrice calibro .30, ognuno dei dodici plotoni del battaglione aveva un fucile mitragliatore BAR. In più, disponevano di un mortaio da 60.

Vann consigliò Dam di muovere il più rapidamente possibile, ma quest’ultimo tirò la cosa per le lunghe e solo il 2 Gennaio 1963 l’operazione prese il via. Il Vietcong, nel frattempo, venuto a conoscenza tramite i suoi informatori, della pianificata operazione militare, iniziò a trincerarsi a nord di Tan Thoi e lungo il letto alberato di un torrente che spingeva verso Ap Bac. Le posizioni del Vietcong erano coperte dagli alberi e dalla vegetazione a terra, rendendone difficile l’identificazione sia da terra che dal cielo. Inoltre, il comandante Vietcong poteva disporre delle accurate analisi delle tecniche di combattimento americane e sudvietnamite fornite da Pham Xuan An, un giornalista della Associated Press che lavorava per il governo di Hanoi.

Alle ore 0700L del 7 Gennaio 1963, 10 elicotteri CH21 Shawnee iniziarono il trasporto dei soldati ARVN verso l’area a nord di Tan Thoi. A causa di una densa nebbia, fu possibile compiere un solo viaggio, trasportando una compagnia, il resto delle truppe avrebbe seguito qualche ora più tardi, mentre i soldati sbarcati dovevano tenere la posizione.

Questo ritardo lasciò due battaglioni delle forze regionali provenienti da sud praticamente soli contro il nemico. Alle 0745L, il primo battaglione raggiunse il filare di alberi a sud di Ap Bac, dove i guerriglieri li lasciarono avvicinare tranquillamente prima di aprire il fuoco dalle loro posizioni nell’erba elefante. Un comandante di compagnia fu il primo caduto sudvietnamita, mentre il suo battaglione cercava rifugio dove poteva e passò le due successive ore nel tentativo infruttuoso di aggirare i guerriglieri. Il fuoco dell’artiglieria americana fu mal diretto perché gli ufficiali sudvietnamiti non sporgevano la testa dai loro ripari per dirigere il tiro nel timore di essere colpiti. Alle 1000L fu ferito gravemente anche il comandante di battaglione e ogni manovra fu sospesa.




Il Maggiore Tho, sbarcato a nord di Tan Tho col secondo battaglione, rifiutò di intervenire in soccorso dei commilitoni per paura di perdite, mentre Vann, comprendendo finalmente cosa stava accadendo, ottenne che Dam facesse sbarcare le due compagnie di riserva della Settima in una risaia a ovest di Ap Bac e a nord degli alberi dietro quali avevano preso posizione i guerriglieri. Sulla base dei rapporti radio degli ufficiali ARVN, Vann era convinto, che l’intera forza Vietcong (sottostimata, come abbiamo visto) stesse sparando contro i regolari sudvietnamiti, non sapeva che stava mandando i rinforzi in un’area presidiata da una compagnia di Vietcong, e che le forze che tenevano inchiodati gli ARVN erano della consistenza di un plotone rinforzato.

I CH21s provenienti da nord, scortati da 5 Hueys armati, finirono dunque in mezzo alle truppe comuniste, che aprirono immediatamente il fuoco. Uno Shawnee non riuscì più a prendere il volo dopo avere scaricato le truppe, un secondo elicottero che cercava di soccorrere il primo fu abbattuto. I due equipaggi americani furono infine recuperati da uno Huey per essere abbattuti subito dopo dal fuoco nemico assieme a un terzo CH21, mentre le truppe ARVN cercavano scampo in un canale di irrigazione. Erano le 1030L.

Vann ordinò allo squadrone APC di dirigere su Ap Bac per portare soccorso alle truppe e agli equipaggi degli elicotteri abbattuti. Gli M113 furono bloccati dalle rive troppo ripide dei canali di irrigazione delle risaie, e il Capitano Ly Tong Ba, che comandava lo squadrone APC, temendo perdite fra i suoi uomini se avessero tentato di scendere dai mezzi, rifiutò di proseguire. Vann, che stava sopraggiungendo a bordo di un L19 da osservazione, gli urlò alla radio di andare avanti, ma Ly gli rispose che in quanto ufficiale ARVN rispondeva solo ai suoi superiori e non ad un advisor americano. Nel frattempo, un altro CH21 fu abbattuto, mentre un quinto, danneggiato dovette allontanarsi per fracassarsi poi sulla pista della base. I Vietcong avevano messo fuori uso cinque elicotteri in dieci minuti, se non era un record gli assomigliava molto da vicino.



CH-21 sullo sfondo, in primo piano un UH-1 abbattuti nella risaia.



UH-1



Ancora CH-21 costretti a prendere terra.

Nonostante tutto, il battaglione della Settima proveniente dal lato settentrionale di Tan Thoi, teneva i Vietcong sotto pressione, e a sud di Ap Bac sembrò che si riuscisse a sfondare, grazie anche al costante supporto aereo e di artiglieria, per quanto mal diretto. Piccoli reparti ruppero qua e là, ma i loro comandanti, spaventati dalle perdite subite, rifiutarono di puntare a sud, verso Ap Bac, e ripiegarono su Tan Thoi, dove la situazione era più tranquilla.

Alle 1345L gli APC sbucarono finalmente in vista della risaia a ovest del villaggio, ma ebbero difficoltà a localizzare il remico a causa della densa vegetazione e dell’erba elefante. I Vietcong fecero fuoco sui mezzi, concentrandosi soprattutto sui mitraglieri che sporgevano dal tetto degli M113. Anche il conducente di uno di questi fu ucciso, un altro ferito, perché guidava con la testa fuori dalla botola. In altre occasioni i guerriglieri erano scappati a gambe levate davanti ai mezzi cingolati senza sparare, e ci si aspettava facessero ora lo stesso. Il lato grave della situazione era che mitraglieri e conducenti erano di solito sottufficiali a capo della squadra di soldati trasportata, senza di loro i soldati si rifiutavano di combattere. Lo stesso comandante Ba fu colpito, e tutti i mezzi si fermarono e rifiutarono di proseguire senza di lui.

Benché ferito gravemente, Ba riuscì a riorganizzare lo squadrone e a riprendere l’attacco, ma molto lentamente, perché ora i conducenti superstiti guidavano coi portelli chiusi per non esporsi al fuoco nemico, e non erano stati addestrati a guidare velocemente con gli iposcopi sotto il fuoco. Proprio mentre l’attacco sembrava aver successo, un sergente Vietcong riuscì a guidare i suoi uomini contro i mezzi e a lanciare bombe che non fecero grossi danni ma aggiunsero confusione allo scompiglio che frastornava soldati alla loro prima battaglia campale. Un tentativo di impiegare un carro lanciafiamme fallì perché la gelatina era stata miscelata male e non raggiungeva la densità sufficiente per raggiungere gli alberi dai quali sparavano i Vietcong, a 100 metri circa di distanza. Secondo gli advisors, un reparto americano sarebbe stato in grado di spazzare via quel tipo di resistenza con poche perdite e poco tempo, ma i male addestrati soldati ARVN era un’altra cosa.



Vann a quel punto chiese in rinforzo un battaglione aeroportato ARVN, ma, benché esso potesse essere scaricato in zona entro un’ora, nessuno lo vide arrivare. L’americano chiamò via radio il comando solo per sentirsi dire che non avevano ricevuto nessun ordine da Cao, e allora egli rientrò alla base, dove affrontò il vietnamita a muso duro. Alla fine si decise di seguire gli ordini di Vann, che ripartì col suo aereo per osservare la battaglia. Alla radio apprese poi che Cao aveva ordinato di lanciare i parà nmella risaia, e non dove sarebbero stati necessari, dietro le linee vietcong. Furioso, chiamò Cao alla radio “Voi non volete combattere”, gli urlò, “volete solo fare una parata mentre i VC scappano”, ma non ci fu niente da fare.

L’Ottavo battaglione, lanciato da alcuni C123 e C119 americani, finì quindi nella risaia al tramonto di quel giorno e non poté muovere che l’indomani mattina perché gli ufficiali, temendo come previsto che un combattimento notturno avrebbe comportato troppe perdite, rifiutarono di muovere verso il nemico. Solo a mezzogiorno dell’indomani, i parà di Saigon andarono all’attacco delle posizioni abbandonate dai Vietcong durante la notte. Per giunta fu loro ordinato di tenere la posizione, sebbene Vann insistesse perché dessero, almeno, la caccia ai guerriglieri sfuggiti.

Il Vietcong perse 18 uomini, 39 furono feriti. Le truppe ARVN, dieci volte superiori per numero ed equipaggiate pesantemente e modernamente, soffrirono 80 caduti e 100 feriti, oltre a 3 consiglieri americani uccisi in azione e altri otto feriti. Nove elicotteri e 3 M113 andarono distrutti.




Ap Bac rappresenta una svolta nella guerra del Vietnam. Per la prima volta i guerriglieri comunisti avevano affrontato con successo truppe meccanizzate e supportate da artiglieria e aviazione, che fino a quel momento erano state il loro terrore e solo la paura di subire troppe perdite aveva impedito all’ARVN di schiacciarle. Peggio, Hanoi capì che poteva combattere con successo nel sud e cominciò a pianificare la sua guerra. Pham Xuan An fu decorato per le preziose informazioni fornite che avevano permesso quel significativo successo.

La battaglia segnalò anche un cambiamento di direzione nel coinvolgimento americano. Vann e altri consiglieri sul posto chiesero che i reparti ARVN fossero comandati da ufficiali americani anziché locali, ma quello puzzava di colonialismo, e gli americani lo odiavano. E come l’attività Vietcong aumentò nel 1963 e 64, ci si rese conto che l’unica soluzione possibile era l’invio di reparti combattenti direttamente dagli Stati Uniti.




M-113 ACAV con spaccato (sotto).



Come conseguenza della morte di 14 mitraglieri ARVN degli M113, i mezzi furono modificati con l’aggiunta di scudi a protezione delle armi da .50. successivamente vennero aggiunte due armi da .30 sparanti da portelloni laterali e posteriori ugualmente scudate, dando luogo così a una versione dell’M113 nota come ACAV (Armoured Cavalry Assault Vehicle), tuttora in uso in vari eserciti.



Bibliografia: David M. Toczek, The Battle of Ap Bac, Vietnam They Did Everything but Learn from It Greenwood Press, USA, 2001




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commenti

B
<br /> bel sito continuate cosi<br /> <br /> <br />
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R
<br /> <br /> Tempo permettendo... che, come vedi per il ritardo nella risposta, è veramente molto poco.<br /> <br /> <br /> <br />